Diversamente uguali – 23

«Amo, vado a farmi la doccia!» Avvertì Stefano alzandosi dal tavolo dove aveva appena finito di fare colazione con il suo ragazzo. «Posso unirmi a te?» chiese Marco speranzoso, alzando lo sguardo verso Stefano che si stava avviano, in mutande e maglietta, verso il bagno. «Non credo che ce la facciamo, Amo. Tra cinque minuti devi uscire! e poi anche io devo darmi una mossa. Ti ricordi che alle nove ho quell’appuntamento?» «si, me lo ricordo…» rispose Marco sbuffando, visibilmeente deluso. Si alzò, posò la tazza nel lavandino e si dirise verso lo sgabuzzino in cerca delle scarpe. Erano ormai passati due anni da quando aveva deciso di accettare la proposta di Stefano di andare a viverci insieme, ma da qualche mese sentiva che c’era qualcosa che non andava.

Al mattino si svegliava presto, prima di Stefano, colazione e poi a lavoro in tram. Prendere la macchina non gli piaceva in quella città cosi disorganizzata, impazzita dal troppo traffico nelle ore di punta. Rientrava a casa la sera, dopo essersi scambiati infiniti messaggi su whats app per tutto il giorno. Lo trovava in soggiorno seduto in poltrona intento a guardare la tv, bacio, bacini, bacetti, cena, nuovamente tv e poi nanna, insieme nello stesso letto. È così via per tutta la settimana, ma niente sesso. Lo cercava ma nulla, si rifiutava di darglii attenzioni. E pensare che nel primo periodo della convivenza lo facevano minimo tre volte al giorno in qualsiasi posto della casa ed a ogni ora.
Infondo bastava poco, era sempre pronto, gli bastava stare con lui che il pisello iniziava a diventargli duro. D’estate, capitava che girassero entrambi per la casa nudi e che facessero l’amore almeno duo o tre volte al giorno, ma in quell’ultimo periodo le cose erano cambiate.

I momenti di sesso capitavano nei fine settimana quando avevano più tempo libero da passare inseme. Ma durante la settimana i momenti di intimità vera e propria erano rari. La mattina quando Marco si svegliava, lo abbracciava da dietro e lo stuzzicava. Stefano adorava essere svegliato così. Ma il «sei in ritardo!» arrivava quasi sempre come scusa ad interrompere i piani di Marco. Anzi, ultimamente al risveglio gli dava le spalle e non rispondeva neanche al buongiorno.
Passavano il tempo presi dalla monotonia della vita quotidiana, presi dalla convivenza, facevano le solite cose, spesa il fine settimana, shopping, bollette da pagare affitto ecc, ecc.
Per il sesso non c’era più spazio. Marco gli chiedeva almeno un po di coccole, la sera, quando rientrava stanco dal lavoro, ma nulla.
La scusa era sempre la solita, aveva la testa da altre parti, occupata dal lavoro, dai pochi soldi che ci rimanevano dopo aver finito di pagare le bollette e l’affitto di quella casa.
Queste erano le sue giustificazioni ogni volta che affrontavano l’argomento. Marco incominciò ad infastidirsi ed immancabilmente finivano per litigare. Litigi che si susseguivano ormai ogni due o tre giorni durante la settimana.

Quella mattina, però, Marco era di buon umore. Stava infatti progettando una sorpresa per il loro anniversario e nel pomeriggio dopo il lavoro aveva un appuntamento in agenzia di viaggio per programmare una vacanza romantica. Sperava che cambiando un pò aria e rompendo la solita monotonia, le cose potessero migliorare. «Amore Sto uscendo!» urlò Marco per farsi sentire da Stefano che era ancora sotto la doccia. «va bene! buona giornata amore!» rispose Stefano, urlando dal bagno. Marco prese le chiavi di casa ed uscì.

Arrivò a lavoro in leggero ritardo e venne ripreso dal capo che gli ricordò che la puntualità era importante. Ma a lui non importava perchè stava già con la mente in agenzia. A metà mattinata si accorse di avere dimenticato alcuni documenti indispensabili per il lavoro a casa. Fu costretto così a rientrare a casa nella pausa pranzo per rimediare ed evitare di ricevere ulteriori lavate di capo. Non poteva neanche chiamare Stefano per farsele portare perchè era al lavoro.

Verso mezzogiorno tornò a casa di fretta. Doveva correre se voleva fare in tempo. Arrivò alla porta di casa ed inserì la chiave. Si accorse che stranamente la porta non era stata chiusa a chiave. “Stefano si sarà dimenticato di chiuderla. Stasera gliene dico quattro”. Pensò entrando e richiudendo la porta dietro di se. Corse in sala a prendere  documenti lasciati sbadatamente sul tavolo, quand’ecco che sentì strani rumori provenire dalla camera da letto. Il cuore gli si fermò dalla paura. Quatto quatto si avvicinò, cercando di fare meno rumore possibile. Ormai era sicuro. Più si avvicinava, più era certo che qualcuno si trovava nella sua camera da letto. Arrivò all’entrata della stanza dove la porta spalancata lasciava libera la visione dello spettacolo. E lo spettacolo, purtroppo per Marco, non era dei migliori. Sopra il letto, infatti, c’era Stefano, completamente nudo, intento a possedere una ragazza. Giulia. Una sua collega di lavoro.

«Che stronzo!» urlò marco schifato, spaventando i due amanti nel letto che si accorsero della presenza dell’inaspettato intruso e si precipitarono a coprirsi con la prima cosa che potevano trovare. «CAZZO!! amore! aspetta posso spiegarti…» «AMORE UN CAZZO!! MI FAI SCHIFO!!» rispose Marco scappando via dalla stanza e da quella terribile visione che gli stava frantumando il cuore.

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